La donna in rosso
5 luglio 2007.
Firenze brillava nella notte estiva. Il palco montato a Piazzale Michelangelo, sotto un cielo che contendeva alla città il tremolio di luci, pareva sospeso sull’Arno, sul Duomo e sul campanile di Brunelleschi.
Lo spettatore, come ipnotizzato, si alzò di scatto quando il soprano intonò le prime note: una voce limpida, estatica, pura, che andava a fondersi all’orchestra in un’armonia perfetta. E perfetto fu anche il Maestro a dirigere, minuto, con la chioma bianca appena mossa dalla brezza serotina, geniale.
La bocca aperta, le braccia protese, dalla nona fila della tribuna, l’uomo sembrò in procinto di spiccare il volo verso la ragazza. Anche lei, nelle movenze del canto, con il suo vestito rosso e le maniche al vento, protese le braccia e parve ricambiare.
Voci indispettite lo invitarono a sedere. Ci riuscì la moglie tirandolo più volte dalla cintura dei pantaloni.
Quella sera fu una magia per tanti, un ricordo indelebile.
Anche per loro, per la prima volta a Firenze, venuti dalla Germania a festeggiare i trent’anni di matrimonio.
Quando lui, a fine concerto, si alzò di nuovo per correre verso il palco, gli spettatori stavano ancora applaudendo. Chiese permesso in tedesco, sgomitò, si fece spazio, ma fu intralciato dalla folla che defluiva e quando arrivò in fondo e aggirò la tribuna per raggiungere il varco d’accesso degli artisti, la ragazza era già scomparsa tra gli orchestrali e i colleghi del coro. Risoluti, gli addetti alla sicurezza gli sbarrarono il passo. Lui allungò il collo, si alzò sulla punta dei piedi, cercò di salire su una transenna e frugò con lo sguardo tra le teste. Riuscì a scorgere per un attimo una capigliatura nera e fluente che sfilava via.
Allora chiese con insistenza chi fosse la ragazza, quale fosse il suo nome, dove potesse incontrarla, chi fosse il responsabile dell’organizzazione e specificò che era un impresario teatrale. Lo disse in tedesco e nessuno lo capì o finse di capirlo.
Imprecò più volte. Deciso a raggiungere il soprano, si mise a correre cercando ancora altri varchi. Da qualche parte gli orchestrali sarebbero pur usciti. Dovette arrendersi perché tutte le vie d’accesso erano ben sorvegliate.
Sconsolato, tornò dalla moglie rimasta sola ai piedi delle tribune deserte. Discussero mentre si allontanavano. Lei più avanti allungò il passo, lui tentò vane giustificazioni.