Anni prima che io venissi al mondo, nel 1095, Papa Urbano aveva proclamato la necessità di una guerra per liberare la Terrasanta dai turchi, succeduti ad altri infedeli più accomodanti con i pellegrini cristiani. La spedizione era iniziata l’anno successivo, con la partenza di molti principi, tra cui Raimondo di Tolosa, Goffredo di Buglione, Roberto di Normandia, Stefano di Blois e Tancredi d’Altavilla.
Quattro anni dopo era stata espugnata Gerusalemme, ed erano stati fondati diversi principati nella Terrasanta. Ma dopo il ritorno di alcuni capi, rimanevano in Palestina pochi armati.
Allo scopo di fornire rinforzi, era partita due anni dopo una nuova spedizione, cui avevano preso parte anche Lombardi, guidati dai conti di Biandrate.
Come mi aveva raccontato mio padre, questo contingente era stato tuttavia sconfitto e molti, sia cavalieri sia pellegrini, armati erano periti.
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Una sera d’inverno del 1145, ero di ritorno dalla bottega del cognato, a Milano, dove avevo preso visione di alcune pezze di lana per il nostro commercio.
Mentre arrivavo di galoppo al castello, sentivo il cuore battermi forte per le notizie che avevo sentito, e che avrei voluto dare per primo alla famiglia.
Scesi rapido da cavallo e, affidandone la briglia al servo subito accorso, entrai nell’atrio della nostra dimora; mi liberai in fretta, lasciandoli a terra, del mantello bagnato e dei mezzi guanti, tanto qualcuno li avrebbe raccolti e messi ad asciugare. Mi precipitai su per la scala fino alla sala grande, dove trovai mio padre e mia madre che, ai due estremi del lungo tavolo, stavano terminando una cena frugale.
Assaporavo il piacere del luogo confortevole e della luce che emanava, oltre che da due lucerne appoggiate su una mensola, dagli sprazzi delle fiamme del camino, al quale subito mi accostai, volgendo la schiena al fuoco che infondeva un gradito tepore nelle membra.
Sfregando le mani intirizzite, raccontai ciò che avevo sentito in città.
Il tema di questo romanzo storico è il passaggio di una famiglia lombarda dallo status di vassalli a quella di mercanti aristocratici legati alle città. La storia si svolge tra il 1145 e il 1183. I fratelli Uberto e Azzone da Castano, figli di un nobile decaduto che si dedica al commercio, seguono il conte di Biandrate, di cui sono vassalli, alla seconda crociata da cui ritornano attraverso l’Italia e si uniscono successivamente a donne fiorentine. La vicenda della famiglia si intreccia con la storia di Milano, durante gli assedi del Barbarossa. Quando si forma la Lega Lombarda i da Castano vi aderiscono e sono tra i pochi cavalieri alla battaglia di Legnano. Il romanzo si chiude con la notizia della pace di Costanza, che sembra porre termine in concordia la lotta tra l’Impero e i Comuni.