L'albero delle filastrocche

Autore : Giovanna Fracassi
Anno di produzione : 2018
Casa Editrice : Rupe mutevole
Genere letterario : Poesia-Ode - Filastrocca
Formato : Cartaceo
Quarta di copertina
Altre Notizie : Articoli - Interviste - Recensioni


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Estratto:

Sono le più vicine alle stelle
sono cime così belle:
tutta spuma e caramelle.

Se le guardi a naso in su
ti vien voglia di salire fin lassù
dondolarti a volontà
e non venire mai più giù.

Ma se sono nuvole sorelle
la fan in barba alle pecorelle
e fan piovere a catinelle.

Allora presto presto con l ‘ombrello
corri corri sotto il ponticello
ed accendi un bel fuocherello.

Fin quando torneranno a brillar le stelle
e la Luna pettinerà le sue chiome belle
per accarezzare le tue guance
come farfalle.

"Scrivere fiabe e filastrocche è già un premio e quello che ci regala è una buona dose di magia. 

La nostra parte più sognante, ma anche quella più integra e lontana da ogni ombra, ci fa assaporare la Meraviglia"

L'editore

 

Sinossi L’albero delle filastrocche


L’albero delle filastrocche di Giovanna Fracassi è una raccolta poetica per l’infanzia che intreccia fantasia, umorismo e delicatezza attraverso una galleria di personaggi buffi e situazioni incantate. Ogni filastrocca è un ramo di questo albero immaginario che fiorisce di immagini giocose: ci sono nuvole che fanno scherzi alle pecorelle, un ragnetto bohémien di nome Casimiro, un pettirosso innamorato, un nonno e un merlo in tenera alleanza e persino una streghetta vanitosa in crisi di identità. Il ritmo della rima e la musicalità del verso accompagnano il lettore, bambino o adulto, in un universo affettuoso e poetico, dove ogni parola è una carezza, ogni personaggio un compagno di giochi e di sogni.

 

Commento L’albero delle filastrocche


Questa raccolta poetica si colloca con grazia nel solco della poesia giocosa e pedagogica, ma lo fa con un tocco personale, Fracassi infatti crea microcosmi in cui l’assurdo diventa quotidiano e la fantasia una forma di saggezza infantile. Le filastrocche non sono mai soltanto divertissement, ma piccoli esercizi di immaginazione strutturata, in cui il ritmo e la rima sono architetture al servizio della scoperta e dell’empatia. Dal punto di vista metrico, la poetessa adotta una versificazione regolare ma mai meccanica, ricca di musicalità, allitterazioni e assonanze che facilitano la memorizzazione e il coinvolgimento dei più piccoli. Le immagini sono fresche, mai stucchevoli, e i giochi di parole si affacciano spesso, senza mai invadere la leggerezza del racconto. La filastrocca "La maestra Tiramigiù" è emblematica: una celebrazione dell’educazione come strumento creativo e rivoluzionario, dove il mondo si osserva “a testa in giù” per capovolgere stereotipi e risvegliare stupore. Analogamente, in “Il pettirosso Antonietto” troviamo una tenera goffaggine che rispecchia le prime emozioni amorose con tono buffo ma mai banale.