Questo studio sulla concezione sartriana della corporeità si inserisce nella più estesa considerazione del corpo, quale si è sviluppata nella cultura dell’Occidente. Possiamo osservare come la nota dominante sia qui costituita dalla contrapposizione, da un lato della coscienza come pura interiorità e dall’altro del corpo come mero meccanismo fisico-chimico. Questa visione dualistica, vanta una lunga tradizione di pensiero che ha origine con Platone, il quale introduce quella separazione tra psiche e corpo che si svilupperà, in seguito, in una concezione sempre più negativa e riduttiva della corporeità, vista di volta in volta, come aspetto della vita umana da rifiutare, da rinnegare, come avviene nella religione biblica, o da oggettivare e da anatomizzare nella scienza o come riduzione a forza-lavoro nell’economia... invece il pensiero moderno tende a porre in evidenza che il corpo non è qualcosa di dato una volta per tutte in una situazione già costituita, bensì la sede di una dialettica, e questo avviene su tutti i piani: da quello dell’attività percettiva o del rapporto tra organismo e ambiente, a quello della vita spirituale comprendente valori e scelte esistenziali.
Acquistabile su:
Shop di Rupemutevole (Clicca qui!)
Ibs.it (Clicca qui!)
Libreria universitaria (Clicca qui!)
MondadoriStore (Clicca qui!)
Ebay.it(Clicca qui!)
Booktrailer (Clicca qui!)
DESCRIZIONE:
Questo studio sulla concezione sartriana della corporeità si inserisce nella più estesa considerazione del corpo, quale si è sviluppata nella cultura dell’Occidente. Possiamo osservare come la nota dominante sia qui costituita dalla contrapposizione, da un lato della coscienza come pura interiorità e dall’altro del corpo come mero meccanismo fisico-chimico. Questa visione dualistica, vanta una lunga tradizione di pensiero che ha origine con Platone, il quale introduce quella separazione tra psiche e corpo che si svilupperà, in seguito, in una concezione sempre più negativa e riduttiva della corporeità, vista di volta in volta, come aspetto della vita umana da rifiutare, da rinnegare, come avviene nella religione biblica, o da oggettivare e da anatomizzare nella scienza o come riduzione a forza-lavoro nell’economia... invece il pensiero moderno tende a porre in evidenza che il corpo non è qualcosa di dato una volta per tutte in una situazione già costituita, bensì la sede di una dialettica, e questo avviene su tutti i piani: da quello dell’attività percettiva o del rapporto tra organismo e ambiente, a quello della vita spirituale comprendente valori e scelte esistenziali.
Sinossi
Nel saggio Essere e corpo in J. P. Sartre, Giovanna Fracassi affronta in profondità il tema della corporeità all’interno del pensiero sartriano, mettendolo in dialogo con la tradizione filosofica occidentale. L’autrice analizza come il corpo, storicamente relegato a oggetto passivo, meccanico o peccaminoso, venga rivalutato nella prospettiva fenomenologico-esistenzialista di Sartre come elemento essenziale della coscienza e dell’esistenza nel mondo. Attraverso un percorso critico e argomentativo, Fracassi indaga la distinzione tra il corpo-per-sé e il corpo-per-altri, mostrando come l’essere corporeo sia, per Sartre, non uno strumento, ma l’essere stesso che si radica nel mondo, si percepisce agendo e si oggettiva nello sguardo dell’altro. Viene inoltre affrontata la critica alla teoria tradizionale della sensazione, sottolineando l’unità originaria tra percezione, coscienza e azione. Il corpo, nel pensiero di Sartre, è il centro di orientamento spaziale e temporale, ciò che rende possibile il senso, la progettualità, l’abitare il mondo e l’essere in relazione. Tuttavia, Fracassi non si limita a una ricostruzione passiva, ma interroga e problematizza la posizione sartriana anche attraverso il confronto con autori come Merleau-Ponty, Marx, Galimberti e Papone, aprendo a nuove domande sulla soggettività, la conoscenza incarnata e la relazione tra identità e alterità. Saggio filosofico rigoroso e insieme accessibile, Essere e corpo in J. P. Sartre rappresenta un contributo originale e acuto alla riflessione sul corpo come luogo esistenziale e ontologico, nel cuore del pensiero contemporaneo.
Commento
Il saggio di Giovanna Fracassi, Essere e corpo in J. P. Sartre, si distingue per la sua chiarezza espositiva e profondità concettuale nell’affrontare un nodo centrale della filosofia esistenzialista: il corpo come dimensione originaria dell’essere-nel-mondo. L’autrice riesce a restituire con precisione la complessità del pensiero sartriano, senza mai rinunciare a una lettura personale e problematizzante. La scelta di partire da un’analisi storico-filosofica della concezione del corpo nella cultura occidentale, da Platone alla medicina moderna, da Cartesio al capitalismo marxiano, consente di comprendere quanto sia radicale la rottura operata da Sartre. Ma il merito maggiore del saggio risiede forse nella sua capacità di tenere insieme il rigore teorico e l’apertura fenomenologica: il corpo, qui, non è solo un concetto astratto, ma un’esperienza vissuta, uno snodo di senso, un punto in cui si incrociano coscienza, alterità, tempo e spazio. Interessante anche l’inclusione di voci critiche come quella di A. Papone, che arricchisce la trattazione e stimola il lettore a riflettere oltre i confini del pensiero sartriano. Frutto di uno studio attento e appassionato, il testo non è soltanto un contributo filosofico, ma anche un invito implicito a riconsiderare la nostra relazione con il corpo, non come oggetto da possedere o dominare, ma come il nostro essere stesso, nel suo agire, percepire, abitare. Una lettura preziosa, dunque, per filosofi, educatori, studenti e tutti coloro che avvertono l’urgenza di riscoprire il corpo come luogo di significato e verità esistenziale.