La sentenza del ciondolo

Autore : Giovanna Santagati
Anno di produzione : 2021
Casa Editrice : Youcanprint
Genere letterario : Narrativa-romanzi - Fantascienza-Viaggi nel tempo
Formato : Cartaceo
Quarta di copertina
Altre Notizie : Recensione di Libri e dintorni


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I. ASSISTENTI E ROBOT


Sull’angolo in basso dello schermo che campeggia sulla parete del tinello, la data odierna pulsa fremente ‘20 FEBBRAIO 2035’ seguita da un beep.
«UMBERTO È CONNESSO CON TE!» risuona una melensa vocina dal display.
Sono le dieci del mattino. Accomodata sul divano come un vecchio gatto che porta ancora in sé il retaggio di una vita libera, passata a controllare e difendere il proprio territorio, Lavinia è intenta nella lettura. L’irruzione di Gaia, l’assistente virtuale, la obbliga ad alzare lo sguardo sullo schermo a parete. Fortunatamente incrocia subito il volto a lei caro e si rilassa:
«Ciao mammà! Come stai?»
«Bene, bene, figlio mio, e tu? I ragazzi?»
«Tutti bene!... Senti, visto che si sta avvicinando il tuo compleanno… Siamo a ottanta, eh, guagliunciella!!! Ti comunico che arriveremo tutti per festeggiarti! Sei contenta, vero?»

Senza attendere risposta, Umberto prosegue:
«Passeremo da te una settimana… quest’anno Pasqua cade proprio il 25 marzo, il giorno del tuo compleanno... un evento! Io devo recuperare un bel po’ di riposo, il lavoro mi sta spremendo. Non vedo l’ora di partire…Ho già prenotato l’auto. Senti, mammà, ti confesso che doveva essere una sorpresa, così volevano Clara e i ragazzi, ma preferisco avvertirti così non ti farai trovare impreparata… so che ci tieni ad essere sempre a puntino …Chiedi a Gaia di impostare Tobia per aiutarti nei lavori di casa e preparale una bella lista… arriviamo in quattro!»
«Nun te preoccupà» lo interrompe Lavinia cantilenando, «So io come mi devo organizzare… nun song’ ancora accussì vecchia » ed esplode in una sonora risata che coinvolge anche Umberto.
«Ok, ok, mammà… allora fingiti meravigliata quando arriveremo, d’accordo?»
«Vabbuò’! »
Lavinia improvvisa un occhiolino e sorride divertita. Tra poco più di un mese compirà ottant’anni, un traguardo che non aveva previsto. Quando vivi intensamente perdi la percezione del tempo cronologico, segui il tempo della tua mente, del tuo cuore, del tuo corpo, dei compiti da assolvere mentre le lancette si inseguono ed i fogli del calendario svolazzano muti.
Era sicura che non l’avrebbero lasciata sola, ma averne la conferma le scalda il cuore. Con fare complice assicura al figlio che non lo tradirà e per gratificarlo gli chiede cosa vorrebbe trovare sulla tavola.
Umberto sembra non aspetti altro e si lascia andare quasi senza ritegno:
« Mhhhh…Il casatiello non deve mancare… e’ carcioffole arrustute , pure!…Ah, la pasta con sugo di calamari, che mia moglie la fa impazzire!…Due chiacchiere fritte gliele fai ai ragazzi?». Riprende fiato, poi:
«Oji ma’, e la pastiera … la facciamo diventare la torta per i tuoi ottant’anni? E…»
Sono i dolci rimandi alla vita vissuta nella casa paterna, lontana oramai dal suo orizzonte spazio-temporale. Rimandi che sanno di infanzia, di attese, di languori, di odori di un passato irreversibile, che pare sognato. Un rituale che Umberto, uomo dinamico, abile imprenditore, al passo coi tempi, ama celebrare ad ogni suo ritorno a casa, ad ogni suo rimando al passato, quel passato che, con dolorosa consapevolezza, diviene sempre più evanescente.
« Va bbuò, va bbuò, aggio capito !» si inserisce Lavinia, « Ci penso io!»
Si salutano affettuosamente, con un nuovo carico di gioia mista a rimpianto. La loro connessione si dilegua.
«DISCONNESSIONE avvenuta con successo

DESIDERI NUOVA CONNESSIONE?»
«Nossignòre!» risponde seccata Lavinia.
«NON COMPRENDO-RIPETI- PER FAVORE»
«No, grazie!» sbotta ancor più seccata Lavinia.
Non ha ancora accettato di buon grado di dovere interloquire con uno schermo allo stesso modo con cui si dialoga tra persone e sopporta malamente di vedere girare per casa Tobia, il surrogato delle collaboratrici domestiche, il maggiordomo automatico, non sa come considerarlo. Era programmato con una miriade di funzioni, di cui Lavinia usa solo quelle relative alle pulizie più pesanti e lo fa impostare da Gaia in base alle esigenze che le indica tramite cursore.
Umberto invece a casa sua lo ha inserito normalmente nella vita di tutti i giorni, per questo ha voluto che anche la madre ne avesse uno. Ma il suo robot-assistente assolve non solo alle faccende domestiche: al mattino sveglia tutta la famiglia con voce suadente su una delicata melodia, segue i compiti dei ragazzi, fa la spesa e la porta a casa. Gestisce gli appuntamenti di lavoro di Umberto e la corrispondenza telematica. Guida l’auto a noleggio evitando i tragitti cittadini più ingolfati dal traffico. All’interno i social network sono connessi a pareti, a vetri, a specchi, insomma hanno invaso la quotidianità della casa, con grande sollazzo dei figli.
Brrr…Lo stato d’animo di Lavinia è sempre esagitato al solo trattare con Gaia e Tobia! Il suo istinto le detterebbe di premere sulla disattivazione del telecomando, ma ha promesso a suo figlio che non lo avrebbe più fatto, per evitargli inutili preoccupazioni data la distanza che li separa.

Il vantaggio di chi crea sta nella libertà di potersi lasciare andare all’immaginazione, sapendo che gli verrà condonata la carenza di corrispondenza al reale. Questo riguarda non solo i creatori di opere d’arte, ma anche i creatori di opere in parole.

Lo scrittore segue la propria ispirazione nutrita di conoscenza, fantasia, sensibilità. Il lettore chiede di lasciarsi trasportare, di emozionarsi, di stupirsi, di smarrirsi. Può decidere di seguire le vicende di un libro per uscire dai propri ruoli o invece per riconoscersi in essi o ancora per immedesimarsi in nuove situazioni. Chi ha scritto questo libro si è concessa di farsi imbrigliare dalla fantasia, muovendosi a zig zag tra due secoli, mantenendo allo stesso tempo un piede non troppo lontano dalla propria epoca.
Una serie di eventi si intrecciano tra passato e futuro mantenendo compatta la trama del romanzo. Uomini e donne sono protagonisti di una storia che racconta le difficoltà e le gioie che la vita, a fasi alterne, sa dispensare. Motore del libro è la convinzione che ogni personaggio mette nel delineare il proprio destino. Siamo tutti staffette del testimone che incarna la forza dell’amore, simboleggiata dal ciondolo catalano. Amore per la vita, amore per le persone care, amore per le persone fragili, amore per la propria terra, amore per la propria storia.
Dialoghi serrati si alternano a monologhi interiori; rivelazioni scabrose cedono il posto a nostalgie malcelate; racconti postumi di terre lontane si mescolano agli accadimenti attuali in una Napoli silenziosa e complice.
Un ciondolo partito da molto lontano approderà al futuro con la forza del suo messaggio.
L’augurio a chi ha deciso di avventurarsi attraverso queste pagine è di viaggiare piacevolmente e riportarne un gradevole ricordo.