PREMESSA
Caro lettore, mi piace avvicinarmi prima a te, perché questo è in realtà il mio vero mestiere, non tanto quello dello scrittore, ma principalmente quello del “Turista Empatico”.
Come un turista viaggio alla ricerca di sconosciute ed affascinanti terre emotive, provando ogni volta a sentirmi come se fossi a casa.
In questo momento non sono in viaggio, ma racconto il mio viaggio e tu scegli di essere visitatore di queste terre nuove ed inquiete.
Se hai scelto di leggere questa narrazione è perchè in fondo senti vicino a te il desiderio di un profondo cambiamento, provi a cercare nelle vite dell’altro la risposta alle fortuite o insistenti domande che da sempre ti attraversano e alle quali forse non riesci ancora a trovare una risposta soddisfacente.
È per questo che ti invito ad esplorare, proprio come farebbe un turista, questi racconti di vita, a cercarti e trovarti in parte di essi.
Ti invito ad entrare nella vita dei vari personaggi che costellano la lettura perchè la vita di ognuno è la vita di ciascuno, perciò anche la tua.
Ricorda, quando sarai immerso nei meandri della lettura, che nelle storie raccontate si mischia reale ed immaginario, personale e impersonale, finzione e verità e sappi che qualsiasi riferimento a fatti e personaggi reali che dovessi trovare all’interno della narrazione è frutto di mera casualità.
La mappa da seguire sarà semplice e lineare ed il percorso scorrevole ma non privo di ostacoli riflessivi.
La prima lettura ti racconterò di Vanessa, dalle tendenze poliamorose, che vittima di una relazione stanca ed infelice si riversa su altre, diverse ed appaganti ma senza riuscire a risolvere il suo conflitto interiore.
Anni di sofferenza data da terribili somatizzazioni atte a dar voce ai propri sentimenti, la condurranno stremata verso la ricerca di un aiuto concreto e salvifico. Forse il riscatto sarà alle porte.
Nella storia successiva ti narrerò il disagio psichico di Nicola, compensato saltuariamente da psicofarmaci. Ti accompagnerò nell’intricata realtà parallela della psicosi, correlata di deliri mistici, paranoie ed impulsi disorganizzati e disorganizzanti.
La poliedricità psicotica tenterà di mandarci in stato confusionale e ci chiederemo da quale parte dovremmo guardare la realtà per comprenderne il significante.
Bolla la protagonista di Love or Sex, è la storia di una giovane donna che si scopre finalmente piacente dopo un infanzia ed adolescenza passata nella completa indifferenza affettiva. Gli strascichi lasciati sulla sua autostima, la porteranno verso legami fragili ed insicuri come lei, una storia di dipendenza affettiva con un impenitente narcisista.
Borderline è la divertente ed al contempo tragica narrazione di una donna dai trascorsi familiari burrascosi ed in preda alla confusione affettiva.
Fiammetta è la protagonista di una vita che si snoda all’insegna del tormento.
Le relazioni strettamente ed indissolubilmente intrecciate le daranno da un lato del filo da torcere, dall’altro la forza di superare gli ostacoli.
Un incontro casuale ed inaspettato con una persona speciale la salverà dal fuoco della vanità.
Infine in Deepression, il gioco di parole inglesi che parla di “profonda depressione”, la storia di Luca si snoda su trame affettive diverse e parallele che raccontano il rapporto ciclico e tormentato con le donne e con la depressione.
Il desiderio di far convergere tutto in un’unica storia con un finale rosa lo tormenterà, alimentando il malessere vissuto ed allontanando momentaneamente l’happy end.
La psicoterapia gli darà la chiave di lettura per uscire dall’impasse.
Molti protagonisti, altrettanti imprevisti, si alternano nei cinque racconti che ti appresterai a leggere.
Storie di vita e di morte, di odio e amore, di unioni ed abbandoni.
“La storia di uno ricalca quella di ognuno”.
Una domanda aleggerà sempre sullo sfondo dei tuoi pensieri, come una presenza impalpabile e salvifica.
La psicoterapia riuscirà veramente ad aiutarli?
Lo scopriremo solo… leggendo!
-Del tutto ignari della nostra esistenza-
Del tutto ignari della nostra esistenza
voi navigate nei cieli aperti dei nostri limiti,
e delle nostre squallide ferite
voi fate un balsamo per le labbra di Dio.
Non vi è da parte nostra conoscenza degli angeli,
né gli angeli conosceranno mai il nostro martirio,
ma c’è una linea di infelicità come di un uragano
che separa noi dalla vostra siepe.
Voi entrate nell’uragano dell’universo
come coloro che si gettano nell’inferno
e trovano il tremolo sospiro
di chi sta per morire
e di chi sta per nascere.
(da “La carne degli angeli“- Alda Merini )
PSICORACCONTI STORIE DI ORDINARIA PASSIONE
1. POLIAMOROSA
2. PSICOBOX
3. LOVE OR SEX
4. BORDERLINE
5. DEEPRESSION
POLIAMOROSA
“Il mio slancio è infinito come il mare, e non meno profondo è il mio amore;
più te ne dono più ne posseggo, perché entrambi sono infiniti”
(Romeo e Giulietta)
Mi muovo lenta fuori ma rapida dentro, sono desiderio e repulsione, ansia e depressione, felicità e dolore.
Travolta da istanti di vita, fluttuo continuamente nella più statica delle realtà.
Vanessa, ho il nome di una farfalla e le ali sono ormai spezzate.
Spezzate da una vita che non sento più mi possa appartenere e che continua a perseguitarmi come la più bramosa delle zanzare, pronta a succhiare gli ultimi istanti di entusiasmo ormai taciuti.
La mia esistenza è sempre stata un perpetuo snodo tra piacere e dolore.
Quando penso alla famiglia d’origine penso che avrei preferito nascere in una completamente diversa, sicuramente tutto sarebbe stato meno scontato…
Alcol e depressione sono stati il tappeto d’ingresso in cui giornalmente mi sfregavo le scarpe sporche prima di entrare in casa.
Mio padre passava le giornate ad insultarci per non aver fatto qualcosa che neanche sapevamo dover fare e mia madre lo accontentava in ogni sua pretesa, nel vano tentativo di evitarci ed evitare l’ennesima aggressione fisica o verbale.
Io e Monica, sorella dai capelli color cioccolata e animo aspro come un limone, siamo vissute così, gemelle per un pelo, dieci mesi di differenza, neanche ci fu il tempo per i miei genitori di accorgersi che esistessi.
Cresciute in una vecchia e logora palazzina di periferia al sesto piano del quartiere considerato più malfamato in città, ci tenevamo in forma trasportando quotidianamente la spesa per le scale. Mamma un anno dopo la morte della nonna non aveva ancora messo il naso fuori casa, ci occupavamo noi di tutto, mentre nessuno si occupava di aggiustare quello squallido ascensore.
Il cartello “fuori servizio” campava ormai lì da più di un anno, in realtà noi sapevamo benissimo che veniva usato dai Ginga per garantirsi il “punto spaccio” della roba.
I Ginga, vicini di casa, ostili e rozzi, ci gelavano con uno sguardo al passaggio, così io e Monica ci garantivamo, abbassando il nostro, un margine di reciproco rispetto.
Non era facile vivere in quel quartiere, ma se ci nascevi eri abituato, abituato ai cassonetti dell'immondizia traboccanti, ai pescatori improvvisati che tagliavano ricci di mare nel cortile esterno, vendendo ai passanti bottigliette di succo di frutta cariche di gustosa polpa di mare e strada, abituato ad eterni festeggiamenti con fuochi d’artificio lanciati dai balconi ogni weekend.
Per ricordarci che “esserci” era la nostra movida, essere lì era già tanto, troppo per noi, condannati a stare ai margini.
L’abitudine ci rendeva schiavo di quell’ambiente che potevi decidere se amare o odiare disperatamente.