Il nulla e l'infinito

Autore : VITTORIO DI RUOCCO
Anno di produzione : 2007
Casa Editrice : Graus Edizioni
Genere letterario : Poesia - Silloge poetica
Formato : Cartaceo
Quarta di copertina
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Prefazione


Silloge matura questa di Vittorio Di Ruocco, per la vita e la letteratura, che non dovrebbero mai dividersi ma procedere intensamente insieme per scandire le stagioni di una comune vicenda. Eppure la vita non sempre consente abbandoni, distrazioni, costringendoci ad indossare una corazza contro la quale rimbalzano delusioni, offese. La poesia resta la sola occasione per poter essere fino in fondo se stessi, rinunciando a difese artificiali, strumentali, per dare libero sfogo alla sconfinata umanità che si racchiude nel proprio essere più segreto e sommerso.
Il nulla e l’infinito è il diario di questa liberatoria emersione alla bellezza e alla verità dell’esistenza folgorata e poi costantemente illuminata dall’assolutezza e dalla totalità di un amore, avvertito e manifestato nelle sue molteplici sfumature, attraverso immagini, che si impongono per la loro originalità e profondità. La poesia non può che essere scrittura e le parole restano malie preziose di una matassa di sensi e sentimenti, che si snoda lentamente per evitare confusioni, contaminazioni. Tutto deve essere netto e brillante, perché la parola possa esaltare in pieno il proprio potere.
Di Ruocco offre, in tal senso, una bella prova di cesellatore, di miniaturista di momenti eterni, segnati però da una densa spazio-temporalità terrena. La poesia riscatta la realtà da quello spazio transuente, imponendole la sublime nudità dell’essere, la sola che permette di proiettare la sua vicenda sullo schermo dell’assoluto, dell’autentico.
Il percorso letterario si fa ardito nella stesura di spartiti, sospesi tra realtà e metafora, in una corrispondenza analogica, carica di referenti semantici e sonori, chiamati ad esaltare le forme e funzioni di slanci impegnati a conquistare il pieno possesso dell’essere.
In una stretta corrispondenza di parole e immagini, che si fanno suono, si protrae l’abbaglio e l’ardore di un mondo, che vuole andare oltre i suoi confini per sperimentare l’ebbrezza e l’estasi dell’infinito, che solo l’amore e la poesia possono offrire in un prezioso calice di vita.
Ogni componimento si svolge fedele al suo tema, come campitura di un’architettura che realizza in pieno la propria unità espressiva, passando dalla rapsodia alla sinfonia, che si condensano in unico fuoco mai spento.
Libertà e felicità trasudano da questo inesauribile canzoniere d’amore, che disegna un unico mosaico di emozioni e visioni, destinate a durare, a resistere ad ogni forma di alienazione, in nome di una immaginazione, che rivendica i suoi irrinunciabili diritti a violare le frontiere del conoscibile, del già visto, persino del già vissuto, in una metempsicosi vivida di sortilegio.
La poesia, trafiggendo il mistero, compie il miracolo di amplificare il mondo, cogliendo le varianti di una dialettica combinatoria tra ciò che si vede e si nasconde negli anfratti del nostro essere.
L’invocazione costante, l’imperativo, tenacemente evocato, è l’esposizione dell’essere alle sue mutazioni, nella progressiva decodificazione di un universo, che si richiama sempre al suo primo seme, alla sua infanzia primordiale, per poter capire e sentire fino in fondo ciò che è venuto dopo. Di Ruocco si segnala, con questa silloge, come un pioniere, soprattutto di se stesso.


Francesco D’Episcopo


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Eros


A te...
dedico questa
marcia trionfante
di disertore.