PREFAZIONE
Articolato, ricco di spunti, ma anche dotato di efficace presa sul lettore, L’amante di Dioniso di Vittorio Di Ruocco è uno di quei romanzi che si fa leggere tutto d’un fiato per la particolare abilità, propria dell’autore, di aver saputo costruire una trama densa di eventi, ma anche ricca di inattesi colpi di scena che tengono sospeso il fiato del lettore per il susseguirsi di episodi sempre nuovi che accelerano il ritmo della narrazione e tengono alta l’attenzione fino all’ultima pagina.
I due veri protagonisti della vicenda sono Giuliano Castelli, Professore di Filosofia Teoretica all’Università di Milano, figura di intellettuale attento, dotato di un forte senso religioso, credente senza reticenze, ricco di carisma e spiccata cultura, e Andrea, uno dei migliori allievi del professore, dal carattere vulcanico e istrionico, con talune zone d’ombra che si vanno via via rivelando. Una personalità fortemente incisiva, che a mio avviso è il motore principale di tutta la vicenda, proprio perché capace di apportare continue sorprese all’andamento delle situazioni. Tra il docente e l’allievo si instaura un rapporto omosessuale, vissuto dapprima in sordina, ma poi sempre più libero e dichiarato, fino ad essere rivelato anche ai familiari dello stesso Andrea, persone semplici e legate ad archetipi tradizionali.
La madre di Andrea, Irene, donna tutta dedita alla crescita dei figli, vittima di un marito con problemi psichici sfociati in un drammatico suicidio, e Raffaele, fratello di Andrea, figura alquanto sbilanciata e irrisolta, probabilmente schiacciata dal temperamento eccelso e prorompente del fratello, ma anche dal groviglio delle situazioni familiari poco rassicuranti.
Sfondo della vicenda è Milano, la Milano di oggi, efficiente, dinamica, ma anche palcoscenico talvolta di incomunicabilità, di corruzione e di solitudine. Non mancano scenari diversi: la luce e i colori mediterranei della costiera amalfitana, dove Andrea si rifugia per consumare una pagina di amore eterosessuale, e la Germania, col suo clima austero e solido che diventa invece la meta di un viaggio culturale del professore Castelli insieme all’allievo amante, per una lezione di filosofia all’Università di Marburgo.
L’autore è riuscito a rendere in maniera efficace quelle che sono le cifre e gli aspetti dominanti della società contemporanea, una società ancora permeata di falso perbenismo, ma anche proiettata verso una forma di emancipazione sempre più esplicita e filtrata attraverso la lente della cultura e della formazione filosofica dei personaggi principali della vicenda, dove tutto viene giustificato e supportato in nome di correnti di pensiero e di autoformazione.
Godibile la scrittura, una prosa fluida, densa di descrizioni che però non scivolano mai nella pedanteria, ma tratteggiate con penna agile e scorrevole. Spesso Di Ruocco usa la tecnica delle digressioni, aprendo parentesi che sono sempre perfettamente collegate tra loro, come tante maglie di una grande catena che non si discosta mai dal filo della trama, ma che contribuisce ad arricchire la storia di elementi e dettagli che ne rafforzano il contenuto, trasportando il lettore nel clima e nei risvolti più profondi dell’intera vicenda, quasi da renderlo testimone e partecipe diretto dei continui sviluppi, fino al drammatico compimento dell’ultimo atto che porta con sé un sica di dolore per l’epilogo, previsto o prevedibile, ma in ogni caso spunto di profonda riflessione sul significato molte volte inafferrabile del destino umano.
Annella Prisco
Amore che ritorni sul cammino
Amore che ritorni sul cammino
aspro, caduco e avido di senso
di questa vita che non rassicura
non mi cercare più nei rovi accesi
non è più là che annego nel mio pianto.
Lasciati accarezzare dal silenzio
e nuota in questo mare di parole
lungo le dolci acque della notte.
Lascia che la mia immagine ritorni
ad albeggiare ancora nel tuo sguardo
che mi travolse quando ero disteso
nudo al tuo fianco senza più temere
l'orribile menzogna del sospetto.
Cammina nei meandri del mio cuore
illuminato dalla tua presenza
priva di dubbi, nuvole e rimpianto.
Regalami l’ebbrezza di un sorriso
dei nostri corpi fusi nell’abbraccio
estremo e ineludibile del sogno
che torna ad inverarsi oltre l’inverno.
Trafiggimi col miele dei tuoi sensi
fammi cadere esanime, sfinito
dai nostri amplessi immaginati e veri
plasmati dalla dea della bellezza
dal desiderio che si fa realtà.
Ma se tu non vedessi più il mio volto
nei tuoi pensieri d’alba e di tramonto
scaglia senza pietà il più truce dardo
intinto nel più torrido tormento
al centro del mio petto ormai indifeso.
Così potrò affrancarmi dal ricordo
dai morsi insopportabili del tempo
dal tuo veleno un tempo dolce unguento
per l’anima mia persa nell’inferno.
Andrea ha da poco varcato la soglia dell’età adulta, quando Dioniso, il dio greco dell’estasi e della lascivia, s’impossessa della sua anima e lo trascina nel turbinante mondo dei sensi.
Improvvisamente, irrompe in lui un’energia cieca e inesauribile, un inarrestabile desiderio di liberare i più reconditi istinti sessuali. Con Luigi scopre il dolce sapore della notte, tra alcool, droghe e donne facili.
Poi arriva l’amore, improvviso, quando i suoi occhi affondano in quelli di Giuliano, il suo professore di filosofia. Andrea e Giuliano, come Verlaine e Rimbaud, si ameranno alla follia, ma il loro rapporto, a differenza di quello burrascoso e tragico dei “poeti maledetti”, sarà più tranquillo e felice. Finché…